Continua lo scontro con la lingua spagnola che sempre più spesso mi colpisce e affonda. Oramai però una certa qual spavalderia mi contraddistingue a tal punto da farmi rispondere al telefono di casa CruzCampo.
Lascio perdere il “pronto?” tipicamente italiano e mi affido a un più professionale “digame?” o “sìì??”. Bene, l’altro pomeriggio ero sola in casa erano appena le sei, mi ero alzata dai 10 minuti canonici di siesta e mi ero messa a scribacchiare al computer la mia lezione di domani quando… suona il telefono! Sicura e con passo spedito rispondo:
”Digame?”. Era la madre della mia coinquilina C., e dopo essermi identificata e averla salutata le dico che C. non c’era, era uscita con i suoi colleghi per fare il crucero.
La sento un po’ sorpresa, ma mi risponde comunque allegra: ”Oh che bello, un crucero? Ma dove?”
Io continuo: “Ma al Parque de Maria Luisa, dove va sempre con i suoi colleghi! E’ uscita poco fa, credo torni per cena.”
Lei: ” Un crucero al parque? Davvero? Ma sul fiume??”
Io: “Ma no non credo, credo sia al parco su una panchina. E’ uscita con la cesta con la lana e con tutto il necessario.” Ok, la signora madre di C. a questo punto ha chiaro un solo concetto: sta parlando con una matta, ma non me lo fa notare mi saluta e riattacca.
Tranquilla torno al mio computer e all’improvviso un flash: ho detto alla madre di C. che sua figlia è andata a fare una crociera al parco su una panchina con un cestino pieno di aghi e lana. Per la cronaca volevo dire punto e croce.