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Un tè alla Serra dei Giardini

Venezia, 1894. Si costruisce un tepidarium di vetro e ferri per ospitare le palme e altre piante decorative utilizzate per l’Esposizione Internazionale di Arte.
Venezia, oggi. Questo luogo ancora esiste, e sembra aver firmato un patto con il tempo.

Una splendida serra di fine Ottocento, immersa nel verde dei Giardini del Castello a Venezia, nell’unica via della città: Viale Garibaldi. Un luogo delicato e fine dove poter gustare il tè delle cinque, meglio ancora se accompagnato da una gustosa fetta di torta.

Un tè in una serra? Non c’è nulla che non va. E’ solo che in questo luogo un po’ magico e un po’ speciale troverete anche una stupenda caffetteria.

La Serra dei Giardini è proprio quella raffinata pausa, quel luogo ameno che tanto si cerca in una giornata indaffarata…

Una serata a Venezia

Ogni volta che vado a Venezia non posso fare a meno di pensare a che la città sia un pesce (cfr Tiziano Scarpa Venezia è un pesce). Così, quando la ferrovia corre in mezzo all’acqua immagino di entrare dentro una grande balena. Come in una di quelle bolle che ti regalano da bambino e che capovolgi per far scendere la neve, Venezia ogni volta mi accoglie misteriosa e piena di fascino. E ogni giorno spalanca le porte a turisti, si lascia fotografare paziente aspettando l’arrivo della sera, quando finalmente tra il buio delle strette calli potrà dispiegare tutta la sua bellezza ed eleganza.

E allora prendi una serata qualsiasi, metti un francese e due italiane a sedere al tavolo di una graziosa osteria in Campo Santa Margherita, e avrai set e protagonisti di una divertente commedia. E quale sarà l’argomento principale? Ma il cibo ovviamente, anche di fronte alle ottime sarde in saor, a seppie con la polenta e al carpaccio di tonno. Una conversazione delicata, ironica combattuta a suon di formaggi, vini e verdure.

Sulla strada del ritorno poi sarà un piccolo ponte o una lucina riflessa nell’acqua a farti innamorare di una serata come tante in una città garbata dove sembra che il cuore batta più forte.

Macerata Ospitale

A Macerata sono legata affettivamente, ho imparato i modi di dire ancora prima di conoscere la città. Ho scoperto questa terra tre anni fa in occasione di Cantine Aperte, quando con tre amiche ci siamo avventurate tra enoteche e tenute vinicole alla scoperte delle splendide colline marchigiane.

Ma fino a quest’estate non mi ero mai arrampicata su per la città. E allora Macerata, difesa da strade con ripidi scalini, ha sfoderato le sue armi migliori: lo Sferisterio e il doloroso canto di Violetta mi hanno rapita.

Ora ci torno, l’8 settembre, per il Festival Macerata Ospitale, organizzato dall’Adam. Una rassegna che arricchirà l’intero mese con spettacoli e eventi gratuiti, filo conduttore l’arte in ogni sua forma e declinazione. Musica, teatro, pittura saranno i protagonisti dei cortili, dei palazzi, dei musei e dei teatri della città. Spazi che la gentile Macerata offre ai suoi visitatori curiosi; e chiaramente lo fa con grande ospitalità.