Quando fuori piove, io penso sempre a quelle giornate di sole cocente quando pagheresti oro per avere anche solo un bicchiere d’acqua ghiacciata. E oggi mi è tornata alla mente una favoletta graziosa di un maggio lontano e bollente quando arrancavo su per la salita che porta dritta dritta allo splendido Mirador de San Nicolás a Granada.
Erano le 11 di mattina, il sole picchiava e avevo già le spalle ustionate complice la lunga passeggiata al Sacromonte. La giornata era splendida, il cielo era celeste e lucente come composto da tanti azulejos smaltati e quella neve in cima alla Sierra sembrava quasi prenderti in giro. Faceva talmente caldo che vedere una piccola botteghina al lato sinistro della strada era quasi un miraggio. Chiedo l’acqua, la più fresca che ci sia, e l’anziano signore in andaluso stretto mi comunica che se voglio l’acqua devo prima scrivere. Scrivere? Cosa devo scrivere?
Sì, perché vede talmente tanta gente e così diversa che ha deciso che ognuno deve lasciare la sua traccia in un piccolo quadernino gonfio e sdrucito. Romantico e sognatore, il vecchietto mi dice di viaggiare lontano ogni volta che apre il suo libretto, e io con un sorriso gli dono un nuovo biglietto per la sua prossima avventura.